Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Tra i titoli di Libero peggiori abbiamo headline razziste, sessiste, classiste e che inneggiano al secessionismo italiano strizzando l’occhio al Nord. Il quotidiano ha una lunga tradizione di titoli sì divertenti ma anche molto offensivi.
È un piacere parlare degli esempi virtuosi ma fa bene affrontare anche i casi negativi. Tanto per capire quali sono gli errori da evitare. Ecco i peggiori titoli di Libero.

Molti quotidiani oggi sanno scrivere un articolo di giornale. Ma riescono a creare anche headline ridicole, offensive e poco professionali. Vuoi qualche esempio?
Ti lascio la mia selezione. Si tratta di una scelta personale e di un giudizio altrettanto individuale. Questa è la mia idea e non pretendo che possa essere estesa al mondo intero. Forse funzionano. Forse no. però io non sono d’accordo con questo stile.









Qui ho raccolto i peggiori titoli di Libero. Quelli che ti consentono di fare una buona differenza tra una headline efficace, comunicativa, e un elemento capace di attizzare l’above the fold in modo (a mio parere) violento e provocatorio.
Ma è solo provocazione?
Potrebbe essere questa la spiegazione. Non si vuole colpire sul personale, solo attirare l’attenzione su temi importati. Fa parte delle dinamiche di uno stile giornalistico estremizzato. Che a volte funziona, fa centro.
Però qui si cade nell’offensivo. Non ci sono altri commenti da fare, ed è inutile dire quanto sia esasperata questa linea nel piano editoriale di un quotidiano. L’unica cosa che posso dirti è di allontanarti il più possibile da questo modo di scrivere.
Da leggere: quanti tipi di giornalismo esistono
I peggiori titoli di libero
Meglio evitare questo stile. Un consiglio che vale per il web ma anche per la carta stampata. Una testata attira l’attenzione del pubblico, fa in modo che ci sia una buona comunicazione dell’argomento senza sbavature, chiasso e scalpore.
Forse è poco efficace questo punto, c’è un effetto click baiting ridotto. Ma a me piace comunicare e scrivere così. A te, invece? Secondo te questi titoli sono accettabili?
Categoria: Scrivere
Quando il cattivo gusto regna sovrano.
Tanti anni fa, ricordo di un titolo giornalistico che giocava col cognome del politico Rocco Finocchio. E ci giocava con un doppio senso poverissimo (del tipo “Entra Uomo esce Finocchio”). Non ricordo il nome dell’altro politico, ma era Uomo, o Maschio o qualcosa del genere…
Anche lì, quel giornalista ha davvero, davvero toccato il fondo con una bic.
Fa parte dello sciovinismo voltagabbana di questi quotidiani. O semplicemente non hanno più gli strumenti per vendere copie, e si giocano la carta del titolaccio ad effetto. Ma la qualità è sotto zero.
Agghiacciante… ma perchè quello che titolava “Li abbiamo fatti neri” l’hai visto???
Non ho parole… ormai è davvero la fiera del giornalista che voleva fare il copy sfigato e mancato.
Sob…!
La headline “Li abbiamo fatti neri” è del torinese Tuttosport. Poi c’è la Gazzetta dello Sport con il parallelismo Balotelli-King Kong.
I servi Belpietro e Sallusti si allineano al linguaggio del loro padrone! Così facendo lo fanno passare per “normale”. Agghiacciante.
Sì, è uno stile giornalistico che non amo.
Ogni tanto mi piace citare uno di questi bellimbusti che, qualche anno fa, mi disse : ” voi giovani del web ci rubate il lavoro !” (cit.)
LOL, a loro i tesserini plastificati come le carte, a noi la professionalità.
No, decisamente non ruberei mai il loro “lavoro”.
Io ho lavorato in un’agenzia stampa e ho alcuni amici con il tesserino.
Ci sono persone che lo meritano con tutto il cuore, altri che farebbero meglio a cambiare mestiere. Il giornalista può essere una delle persone più grette sulla faccia della terra, e questi titoli ne sono la dimostrazione tangibile.
Ottimo articolo Riccardo. L’imbarbarimento del linguaggio smuove -al peggio- l’opinione pubblica e ne consegue una società più chiusa, più violenta e incivile, una società meno prossima al confronto e più povera. È la vittoria del pensiero debole e del giudizio feroce. Se vuoi aggiungere un ulteriore titolo all’orrendo elenco di Libero, il titolo di oggi recita così: “Sbarca a luglio, stupra ad agosto”.
Ma un premio Pulitzer al titolista no?
Sono solo miserabili giocolieri di parole e fomentatori di odio.